Donna india Quequa con il suo Aguayo.

Quando ho trovato, lungo la piana del torrente Elvo, questa pietra rosso argilla, dura più del ferro, antica come la notte dei tempi, ci ho intuito subito il volto di un’indiana.

L’ho lavorata di puro istinto, seguendo i tratti che io vedevo nella pietra, fino a quando mi sono dovuta fermare… sopra la testa sua c’era una zona talmente dura (più dura ancora di tutte le pietre che ho lavorato finora, il che onestamente è tutto dire..) che non riuscivo a togliere.

Mi sono fermata a riflettere e ho osservato i lineamenti che il mio inconscio (o forse i ricordi nascosti di diapositive che mia zia , con la sua passione per i viaggi nei luoghi più impervi del mondo,mi avrà mostrato da bambina?) ha portato alla luce e ho capito: è una donna indios Quechua,quelle donne montanare e affascinanti, le si può vedere al mercato di Cuzco, in Perù, o a quello di Ambato, Ecuador, o a La Paz o sul lago Titicaca  http://www.dadehealth.org/it.

E quelle donne portano sempre appresso il loro Aguayo, che è sinonimo del Rebozo messicano, del Kanga africano, del Mei Tai cinese, dell’Onbuhimo giapponese, del Podeagi koreano: le donne delle minoranze etniche, delle popolazioni più antiche di tutto il mondo usano uno scialle, un semplice pezzo di stoffa che si cuciono e si tessono da sole e lo adoperano per tutti gli usi necessari alla vita: ci avvolgono i neonati, lo portano sulla schiena, ognuna di loro dal sud est asiatico,all’India, all’Africa, al Perù, al Messico con un semplice pezzo di stoffa sostengono il mondo intero.

Medium: roccia magmatica, Ignimbrite, peso Kg 20,00- cm 20x30x16

Il CAPPELLO ALPINO per Giorgio Barbera

Uno scultore, io ritengo, ha il dovere di indagare la realtà nelle sue infinite sfaccettature e da ogni angolazione…

Non conta l’apparenza, non va bene lavorarla da un lato solo o inciderla appena, contano i volumi e le proporzioni.

Questo cappello, piuma compresa, l’ho ricavato da un unico blocco di pietra, togliendo poco per volta, fermandomi prima che si fratturasse.

Ho scelto questo Verde Alpi della cava Mecca a Issogne , perchè contiene tutto il fascino della Valle d’Aosta e ha il colore della Dora

Eccomi in basso a destra mentre scelgo fra le oficalciti ( brecce ad elementi di serpentinite e cemento marmoreo, originate sul fondo dell’oceano perduto giurassico)

Questo cappello alpino me l’ha commissionato Elisa Barbera come regalo per il suo papà Giorgio, che fu Alpino nella Scuola Militare Cesare Battisti di Aosta ed ora, con la figlia, proprietario delle cave Barbera che si trovano lungo il torrente Elvo, dove scelgo le pietre per le mie sculture.

Due anime in un nocciolo.

Qualche mese fa due amici mi chiesero due “Madonnine del Piumin” in pietra e io, guardandomi attorno in cerca di due pietre adatte, mi accorsi di avere nel mio laboratorio una magnifica serpentinite, che, a causa di un’importante frattura che la percorreva a metà, faticavo a “decifrarla”: quello che in apparenza poteva essere un difetto si è rivelato una poesia, al contrario.

Mi ha ricordato le parole del mio maestro Placido Castaldi riferite al suo amico Mario, detto il “Povero Mugnaio”, caro amico anche mio e uno dei due committenti delle Madonnine ” Io e il mugnaio” diceva Placido “siamo due anime in un nocciolo“..

La pietra, alta solamente 29 cm , mi ha imposto, per la logica delle proporzioni di lavorare i volti delle Madonnine della grandezza di un’unghia. E’ una sfida notevole lavorare nel piccolo le pietre dure, sarebbe stato più’ facile scegliere due pietre diverse, ma meno suggestivo e meno prezioso, non all’altezza di un vero amico, uno dei regali più belli della vita.

Medium: serpentinite


Dimensioni della piu’ piccola a sinistra: cm. h29x13x12 peso kg : 4,200
Dimensioni della Madonnina a destra: cm.h30x15x14 peso Kg: 6,400