Ringrazio la Fondazione Cassa di Risparmio che ha voluto coinvolgermi in questo importante progetto espositivo legato a due icone del ‘900: Coco Chanel e Marilyn Monroe fotografate da Kirkland.
Da Sabato 22 Maggio 2021 nella splendida cornice di Palazzo Gromo Losa in fiore sarà esposta la mia scultura in pietra dura del torrente Elvo; il mio vuole essere un omaggio alle due icone del ‘900 e a Kirkland,che le ritrasse agli inizi degli anni ’60 per la Rivista” Look”.
La mia donna di fuoco in andesite, nata dal magma attivo 100 milioni di anni fa, si è poi cristallizzata fino ai giorni nostri; trovandomi io di fronte a una bellezza così immensa ne ho osservato la forma, i colori, le venature, i cristalli e le fratture. La mia intenzione è celebrare la maestosità della forza primordiale e contemporanea della donna. In questa pietra rosso fuoco ci ho visto il fil rouge che lega i tre artisti in mostra a Palazzo Gromo Losa: il fotografo e le due muse.Il filo rosso è l’arte,la creatività e la femminilità:archetipi dell’anima di tutte quelle persone,donne e uomini,che riescono ad ascoltare ciò che li circonda.
Il giardino di Palazzo Gromo Losa :
Il giardino di Palazzo Gromo Losa è protagonista del percorso espositivo: per creare un’esperienza immersiva al visitatore saranno esposte tra i fiori le frasi più iconiche di Marylin Monroe e Coco Chanel;la prima ha vestito i canoni di bellezza della sua epoca e ha incanalato la sua intelligenza in un linguaggio artistico di ineguagliabile ironia e leggerezza,la seconda è il riferimento di tutte noi donne contemporanee che vogliamo essere protagoniste della nostra vita,naturalmente per me che opero nell’arte lei è un riferimento creativo fondamentale. Penso che,nonostante le apparenze, non fossero molto diverse tra loro: il loro sguardo di donne verso il mondo è stato lucido, spietato, ma allo stesso tempo ha rivelato una tenerezza tutta femminile. La mia donna di fuoco vuole racchiuderle e parlare a entrambe.
Così come il rapporto col femminile quale archetipo dell’anima è fondamentale nei miei lavori, nella vita è molto importante il mio relazionarmi con le donne che stimo, con le quali aspiro a fare squadra. In questo caso la prima è Federica Chilà, project manager del progetto espositivo di cui faccio parte anch’io, che ringrazio per avermi coinvolta.
La seconda è la critica d’arte Elena Gollini, giornalista e curatrice d’arte in manifestazioni di rilievo(Biennale di Venezia, Festival di Spoleto) e ha curato mostre di prestigio ( Museo Ferrari a Maranello,Museo Canova a Possagno) che ha recensito questo mio nuovo lavoro “Donna di Fuoco”.
Riporto qui con piacere le sue parole,ringraziandola per l’attenzione che riserva al mio percorso di scultrice:
“La sua incantevole e potente donna di fuoco incarna al meglio l’ideale della femminilità prorompente ed energica, ma al contempo sensibile e intensa, un tripudio di emozioni, una donna ammaliante e vulcanica in tutti i sensi. Infatti il materiale designato è decisamente particolare. Si tratta di vulcanite di antichissima genesi proveniente dal torrente Elvo. Anche sotto questo aspetto Cecilia dimostra di fare la differenza e di dare un’ulteriore spinta di traino alla resa compositiva. La sua donna di fuoco sprigiona una forza ancestrale, che è la forza cosmica votata al femminile, la forza iniziatica e rivelatoria personificazione dell’energia universale assoluta. La donna di fuoco è anche un’immagine rassicurante e protettiva, perché attraverso il suo calore virtuale ci scalda, ci infonde sicurezza proprio come la metafora del grembo materno caldo e ovattato”
Essere donna scultrice equivale a una grande sfida, è una grande scommessa. Soltanto una personalità caparbia e temprata come quella di Cecilia può sostenere un percorso così impegnativo e complesso e ottenere risultati ineccepibili. La sua arte è sinonimo di vita vissuta e di vita ancora da vivere con pronta reattività. Spesso l’arte scultorea viene associata a figure maschili e anche la tradizione della grande storia dell’arte vede emergere prevalentemente nomi declinati al maschili. Ma questo non deve ovviamente fuorviare e distogliere l’attenzione dall’indiscussa valenza e meritocrazia di Cecilia, che prosegue impavida. Il suo contributo alla scultura moderna è destinato a restare immemore e a proiettarsi nel futuro e proprio come l’emblema della sua magnifica donna di fuoco riveste una summa di messaggi, che guardano al presente con un punto di osservazione già rivolto anche al futuro e al futuribile”.
Elena Gollini.
La scultura vede alla sua sinistra il Palazzo e alla sua destra il giardino delle rose in fiore.