Le rondini al borgo

Per ogni nido di rondine in pietra dura ci sono tentativi non riusciti, che mostro nella immagine qui sotto .Anche se le dimensioni di queste sculture sono più piccole rispetto ad altri lavori in pietra, il lavoro che c’è dietro è grande e accurato; occorre avere infinita pazienza e seguire con estrema precisione le venature di ogni pietra.

Eppure, ogni volta che entro in contatto col linguaggio misterioso e imprevedibile di questo materiale così antico, primordiale, vi trovo una bellezza sconfinata; ogni volta sono nuove sorprese di cristalli, venature e inclusioni di minerali unici e affascinanti.

La maternità ha sempre per me il significato di creazione, di saper curare la propria realtà con pazienza femminile, di saper attendere con fiducia le circostanze favorevoli, nel saper credere che la Primavera torna sempre: questi nidi in pietra dura dell’Elvo sono entrati prepotentemente nella mia vena creativa.

Quest’ultimo nido è molto speciale, il nido è in pietra dura del torrente Elvo, le rondini sono in pietra dell’Etna, una bellissima roccia inviatami da Franco Maugeri da Linguaglossa.

Deve avere portato fortuna: da qualche giorno le rondini al Borgo di Bagneri sono arrivate per davvero .La bella stagione è appena iniziata..

Trattenere l’acqua

Questa scultura ha tanti significati per me: è il ritratto di bambina, è uno degli infiniti stati d’animo femminili, è una preghiera, è un ricordo, è un richiamo alle iconografie di culture diverse di epoche diverse. Di seguito le spiego brevemente una per una.

Questa la pietra di partenza. Peso iniziale 100 kg. Le misure cm: h.42 x L. 27x P.23.

Estremamente dura e percorsa da venature in quarzo rosa, mi è sembrata perfetta per una bambina dentro uno specchio d’acqua, una fontana, con le manine giunte a trattenere l’acqua .

Sono rare le pietre dure che consentono questi dettagli senza fratturarsi.

Rappresento la bambina che vive nell’anima della donna che ha saputo mantenerla e proteggerla, e lei, in cambio, non l’ha mai abbandonata. Lo stato d’ animo femminile è la gioia di vivere, di giocare nella natura.

La preghiera è che i bambini di domani e di oggi, riescano a trattenere l’acqua.

L’impatto emotivo che mi suscita l’immagine del bambino legato all’acqua è potente; penso alle varie mitologie in cui il dio bambino è raffigurato come simbolo dei primordi dell’universo o della civiltà: in quella indiana Narajana o Prajapati raffigurato sul dorso di mostri marini, in quella greca Zeus, Apollo e soprattutto Efesto hanno tutti avuto uno stretto legame col mare da bambini, nell’iconografia cristiana il Divino Infante è associato alla Madre, la Madonna.

L’acqua è il principio di tutti gli esseri umani ” trattenerla tra le mani è impossibile..” mi spiegava più di trenta anni fa un mio cugino, e da allora sono rimasta intrappolata in quella frase fino ad oggi.

Probabilmente solo un altro artista può comprendermi: certe frasi, immagini o movimenti, all’apparenza insignificanti, creano come un silenzio assoluto intorno e rimangono cristallizzati negli anni in attesa di essere elaborati. E davvero non c’è altro modo di liberarsene: bussano insistentemente per venire alla luce.

Il ritratto è di Alessia, la figlia della Vanda ( alpigiana di Bagneri). La bambina mi ha affascinata: di una bellezza dirompente, assomiglia solo a sé stessa, incarna la gioia di vivere e la simbiosi con la natura. Rappresenta un mondo che dà incanto e nostalgia a guardarlo: quello dei pastori, della vita d’alpeggio, portato avanti sulle spalle di pochi tra grandi fatiche che lascia negli occhi quella poesia, sacra, come l’infanzia.

La Volpe a Bagneri ed io…

Qualche volta la volpe, quassù a Bagneri, mi permette di guardarla.

Spesso sento un formicolio alla nuca e mi sembra di vederla, tra gli alberi, che mi osserva; non ne sono mai certa, potrebbe essere un’ombra o un gatto. Quando dal più assoluto silenzio si sente un gran abbaiare di cani proprio in quel punto e persino l’asino Marte accorre e pesta gli zoccoli a terra con gran disappunto penso che, no, non era un gatto.

So per certo che la volpe , negli anni, ha fatto visita volentieri al pollaio del Pier Enrico e del Vildo e so anche che ha incontrato qualche cucciolo di gatto selvatico…ahimè..

E ogni volta che dalla mia casa al Borgo vedo il mio paesaggio preferito, la dorsale boschiva che sale da Muzzano fino alla croce Carisey sopra le cascine del Buscajun, so, senza ombra di dubbio, che finché lì vive la volpe la magia del bosco e i suoi segreti continuano a esistere e ad essere custoditi.

Di seguito le fasi di lavorazione : dal blocco di origine ( trachite di Fordongianus, peso 400 kg, misure in cm l. 85, h.70, p.40) alla scultura finita.

La sentinella rossa

Nella mitologia norrena Ratatoskr è lo scoiattolo che vive su Yggdrasil, l’albero cosmico, e corre incessantemente dalle radici, dove si annida il serpente Niohosggr sino alla sommità dei rami,dove vive la grande Aquila, facendo da tramite tra i due:  il suo compito è permettere che l’equilibrio tra cielo e terra,tra bene e male, la sfera spirituale e materiale non si interrompa mai..

Questa piccola pietra di torrente descrive alla perfezione il colore e lo spirito del nostro scoiattolo rosso, così prezioso per il nostro ecosistema, per i nostri boschi, per la nostra natura.