Arrivando al borgo di Bagneri, come in qualsiasi baita o casolare di questo mondo, fra le urla dei pastori e qualche abbaiare di cani, c’è il suono del pollaio: galli, anatre e pulcini in un infinito e vivace balletto, irriverente caricatura di noi esseri umani.
Proseguendo poi verso la chiesa, verso le Salvine, passando per la Madonna del Piumin, in qualsiasi momento si odono acute strida o fischi che proiettano direttamente verso il cielo: poiane e gheppi gridano dall’alto la loro musica misteriosa, che non ha niente a che fare con noi…
capita spesso, poi, di udire tra i rami spogli degli alberi il gracchiare insistente delle cornacchie : parlano tra loro, mi indicano battaglie da seguire o mi prendono in giro?…
Di notte la montagna si trasforma e il borgo si ammanta di presenze misteriose: è luogo oscuro dove si rincorrono soffi, bubolii, il suono della civetta inconfondibile e ogni tanto, dal bosco, un terrificante bramito che spegne tutti gli altri suoni, come li raggelasse.
L’alba in montagna, come ovunque del resto, è lo spettacolo dove la bellezza appare agli occhi senza sconti; la notte viene scacciata dal canto del gallo, che chiama a gran voce la luce e ogni mattina viene ascoltato.
In particolare, qui a Bagneri, leggende e superstizioni popolari sussurrano all’orecchio di chi osa ascoltare..che il prete di montagna don Canale, qui di parrocchia per ben sessant’anni, (dal 1880 al 1941) praticasse incantesimi e magie: “mascherie” capaci di bloccare la lingua di alcuni parrocchiani poco inclini alla preghiera fino a provocarne la balbuzie e di trasformarsi in un temibile gallo nero che appariva minaccioso ai disertori seriali delle funzioni religiose….
Casualità vuole che l’attuale parroco che celebra la messa domenicale qui a Bagneri faccia per nome don Gallo….strana coincidenza davvero…