Questa scultura ha tanti significati per me: è il ritratto di bambina, è uno degli infiniti stati d’animo femminili, è una preghiera, è un ricordo, è un richiamo alle iconografie di culture diverse di epoche diverse. Di seguito le spiego brevemente una per una.
Questa la pietra di partenza. Peso iniziale 100 kg. Le misure cm: h.42 x L. 27x P.23.
Estremamente dura e percorsa da venature in quarzo rosa, mi è sembrata perfetta per una bambina dentro uno specchio d’acqua, una fontana, con le manine giunte a trattenere l’acqua .
Sono rare le pietre dure che consentono questi dettagli senza fratturarsi.
Rappresento la bambina che vive nell’anima della donna che ha saputo mantenerla e proteggerla, e lei, in cambio, non l’ha mai abbandonata. Lo stato d’ animo femminile è la gioia di vivere, di giocare nella natura.
La preghiera è che i bambini di domani e di oggi, riescano a trattenere l’acqua.
L’impatto emotivo che mi suscita l’immagine del bambino legato all’acqua è potente; penso alle varie mitologie in cui il dio bambino è raffigurato come simbolo dei primordi dell’universo o della civiltà: in quella indiana Narajana o Prajapati raffigurato sul dorso di mostri marini, in quella greca Zeus, Apollo e soprattutto Efesto hanno tutti avuto uno stretto legame col mare da bambini, nell’iconografia cristiana il Divino Infante è associato alla Madre, la Madonna.
L’acqua è il principio di tutti gli esseri umani ” trattenerla tra le mani è impossibile..” mi spiegava più di trenta anni fa un mio cugino, e da allora sono rimasta intrappolata in quella frase fino ad oggi.
Probabilmente solo un altro artista può comprendermi: certe frasi, immagini o movimenti, all’apparenza insignificanti, creano come un silenzio assoluto intorno e rimangono cristallizzati negli anni in attesa di essere elaborati. E davvero non c’è altro modo di liberarsene: bussano insistentemente per venire alla luce.
Il ritratto è di Alessia, la figlia della Vanda ( alpigiana di Bagneri). La bambina mi ha affascinata: di una bellezza dirompente, assomiglia solo a sé stessa, incarna la gioia di vivere e la simbiosi con la natura. Rappresenta un mondo che dà incanto e nostalgia a guardarlo: quello dei pastori, della vita d’alpeggio, portato avanti sulle spalle di pochi tra grandi fatiche che lascia negli occhi quella poesia, sacra, come l’infanzia.